Visualizzazione post con etichetta Un po' di storia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Un po' di storia. Mostra tutti i post

mercoledì 21 novembre 2012

Palazzina di Stupinigi -Un po’ di storia

stupinigi panor





Filippo JUVARRA: movimento e fantasia. Primo e più importante esempio di architettura civile del Settecento italiano, la palazzina di caccia di Stupinigi riassume le caratteristiche dello stile scenografico e personalissimo dello Juvarra, che ama articolare le masse in tutte le direzioni, a
partire dall'edificio centrale, su cui svetta un simbolico cervo di bronzo. Dai disegni dell'architetto, risulta che i corpi laterali erano stati progettati aperti, vale a dire a portico, forse per creare un senso di movimento ancora maggiore, ma la soluzione fu poi scartata.-Aey


lunedì 10 settembre 2012

San Gimignano (Siena)-Il centro storico

Alta su un colle che domina la Val d’Elsa, ancora irta di torri e difesa da mura, San Gimignano conserva intatto il proprio impianto medievale.
s.gimignano

L’immagine raccolta e turrita di San Gimignano, dolcemente immersa nella verdeggiante campagna toscana, evoca l’Italia del Medioevo operosa e intraprendente, elegante e raffinata.

img0691L'inconfondibile profilo di San Gimignano, nel cuore di una campagna trasformata da secoli dì paziente lavoro dell'uomo.

La città, sorta nel X secolo lungo la via Francigena o Romea che metteva in comunicazione l’Europa occidentale con Roma, deve la sua espansione alla posizione geografica rispetto alla rete di strade che attraversava la val d'Elsa e che per lungo tempo la rese centro privilegiato di smistamento e vendita di merci. Fu la massima produttrice di zafferano, il quale, attraverso i porti di Pisa, Genova e Lucca, veniva esportato anche in Francia e nei Paesi Bassi. Sorta come centro fortificato, si ampliò tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII con i due quartieri di San Giovanni, in direzione di Siena, e di San Matteo, in direzione di Pisa. La ricchezza e il potere delle famiglie di mercanti sono ancor oggi rappresentate dalle torri che questi si facevano costruire in città; le torri Ardinghelli, Pellari, Salvucci e "Rognosa" sono solo alcune fra le superstiti. Il centro medievale del borgo antico vive intorno alle due piazze della Cisterna e del Duomo; quì, nel palazzo del Popolo o del Podestà hanno sede il Comune e i Musei Civici. Il Duomo o Collegiata, iniziato nel XII secolo e ampliato da Giuliano da Maiano nel XV secolo, conserva preziosi affreschi di artisti di scuola senese come Taddeo Bartolo e l'espressivo Barna da Siena.
Nel 1351, impoveritasi a causa delIa partecipazione alle lotte fra guelfi e  ghibellini, spopolata dalla peste del 1348, la città si sottomise a Firenze, la quale le impose la propria egemonia culturale interrompendone il tradizionale legame con la cultura senese.

dossale copiaSan Gimignano e storie della sua vita (1401), dossale d’altare di Taddeo Bartolo, al Museo Civico; il santo regge in mano un modello della sua città.

Nel corso del XV secolo le maggiori imprese decorative vennero quindi affidate ad artisti di provenienza fiorentina come Benozzo Gozzoli e Ghirlandaio. A quest'ultimo si devono, tra l'altro, le vivide storie di Santa Fina che decorano la limpida architettura rinascimentale della cappella dedicata alla santa, opera di Giuliano e Benedetto da Maiano.
Il rapido declino politico ed economico di San Gimignano ne ha lasciato intatto l'aspetto, cristallizzatosi in quella struttura tardotrecentesca che fa della città una meta obbligata per il turismo internazionale.


img068
L'arco dì San Giovanni, che dalla piazza del Duomo conduce alla loggia del Battistero. Nel tabernacolo, la statua di San Gimignano, del 1342.




COME ARRIVARE:

IN AUTO:

Arrivando da Nord

Prendere l'autostrada A1 Milano-Roma direzione Roma

Uscire a Firenze Impruneta
Prendere la superstrada Firenze-Siena
Uscire a Poggibonsi Nord
Seguire le indicazioni per San Gimignano

Arrivando da Sud
Prendere l'autostrada A1 Roma-Milano direzione Milano
Uscire in Valdichiana
Seguire le indicazioni per Siena
Prendere la superstrada Siena-Firenze
Uscire a Poggibonsi Nord
Seguire le indicazioni per San Gimignano

Arrivando da Pisa
Prendere la SGC Firenze-Pisa-Livorno direzione Firenze
Uscire a Empoli Ovest
Seguire le indicazioni per Castelfiorentino - Certaldo
A Certaldo seguire le indicazioni per San Gimignano

IN TRENO:
Arrivando in treno la stazione di fermata è Poggibonsi - San Gimignano dove è possibile prendere l'autobus per raggiungere San Gimignano.
L'orario dei treni è disponibile sul sito ufficiale delle ferrovie dello stato: www.ferroviedellostato.it

IN AUTOBUS:
Uno dei sistemi più semplici per arrivare a San Gimignano, oltre l'auto, è il bus.

DOVE PARCHEGGIARE:
I parcheggi di San Gimignano sono dislocati a nord e a sud della Città per consentire un facile accesso ai visitatori, per informazioni vai a questo link:http://www.comune.sangimignano.si.it/guida-ai-servizi/trasporto-e-mobilita/parcheggi-auto

INFORMAZIONI TURISTICHE E ALBERGHIERE




Visualizzazione ingrandita della mappa

sabato 8 settembre 2012

Periodi della storia dell'architettura occidentale

Architettura minoica
E’ l’architettura sviluppata nell’ambito della civiltà minoica, la civiltà cretese dell’età del bronzo circa 3000-1050 a.C.
Architettura micenea
E’ l’architettura sviluppata nell’ambito della civiltà micenea, che si sviluppò in Grecia circa 1500-1100 a.C.
Architettura greca
L'architettura greca viene suddivisa, come tutta l'arte greca, convenzionalmente in tre periodi nel periodo arcaico abbiamo la costituzione degli ordini architettonici e l'erezione dei primi templi In età classica, corrispondente al V e IV secolo a.C, l'erezione di capolavori come i templi dell'Acropoli di Atene, in età ellenistica la diffusione del linguaggio greco in buona parte del Mar Mediterraneo.
Architettura romana
Rispetto all’architettura greca, di cui rielabora talvolta il linguaggio, l’architettura romana si basa sulla conquista dello spazio interno dando vita a quella che Siegfried Gideon definì la concezione occidentale dello spazio. Le straordinarie realizzazioni di età imperiale furono rese possibili grazie anche all'alto Svetto tecnologico raggiunto dall'ingegneria romana del tempo.
Architettura paleocristiana
E un'architettura soprattutto ecclesiastica. Rielabora forme romane come la basilica, adattandola al culto cristiano.
Architettura bizantina
L'architettura bizantina è l’architettura che si è sviluppata nell'Impero Romano d'Oriente e nelle regioni sottoposte al suo influsso politico e culturale, come l'esarcato di Ravenna. Dopo la caduta dell'Impero d'Oriente ebbe seguito nelle aree europee e asiatiche di confessione ortodossa, come nell'Impero russo.
Architettura merovingia
Nei territori dei Franchi tra il V e VIII secolo.
Architettura longobarda
Sviluppata in Italia tra VII e VIII secolo nei territori soggetti al Regno longobardo, mescola elementi bizantini e sviluppi originali Le testimonianze sono scarse, poiché gran parte degli edifici è stata rimaneggiata in epoche successive.

Architettura romanica
Basilica di San Gemignano a Modena
faccprincbass_gemignano_modena


L'architettura romanica è l'architettura dell'occidente europeo prevalentemente nei secoli XI e XII. Le maggiori realizzazioni sono edifici religiosi come cattedrali, pievi, abbazie ed edifici civili come castelli e palazzi.


Architettura gotica
Notre Dame a Reims 1211-1275
notre dame a reims 1211 1275

****************************
Duomo di Orvieto (1310) ridisegnato su una precedente costruzione. Ricchezza gotica legata alla ricchezza romanica.
Duono di Orvieto
Nasce nella metà del XII secolo nell'Ile de France e si diffonde in tutta Europa. È caratterizzata da una innovativa e ardita tecnica costruttiva e dalla ricerca di nuove forme spaziali
Architettura del Rinascimento
L'architettura del Rinascimento ebbe origine a Firenze, agli inizi del Quattrocento, principalmente grazie all'operato di alcuni artisti e intellettuali fiorentini come Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti
Architettura del Rinascimento è caratterizzata dalla ripresa degli ordini e delle proporzioni dell’architettura del mondo classico, in particolare di quello romano.
Architettura barocca
L'architettura barocca è quella fase della storia dell'architettura europea che comprende i secoli XVII e XVIII e che, nell'ultima sua fese, prende il nome di rococò. Il termine barocco, originariamente dispregiativo, indicava la mancanza di regolarità e di ordine. L'architettura del barocco, se da un lato mantiene la grammatica compositiva classica, dall'altro ne infrange le regole sintattiche, mettendo al centro l’interpretazione soggettiva e priva di regole dell'artista.
Architettura del Settecento
Architettura neoclassica
L'architettura del neoclassicismo si sviluppa fra la seconda metà del XVIII secolo e il XIX secolo. I teorici di questo periodo sostengono la necessità che l’architettura sia derivata da basi razionali, rispecchiate negli ordini classici, e che si eviti la licenza e il "cattivo gusto" che avrebbe, a parer loro, caratterizzato l’architettura del XVII secolo e del rococò.
Architettura del romanticismo
L'architettura del romanticismo è caratterizzata dallo storicismo e dall'eclettismo, in particolare dalla ripresa dell’ architettura neogotica e in seguito anche di altri "stili", come il neogreco, il neoromanico o il neobarocco.
Architettura moderna
L'architettura moderna è caratterizzata da una molteplicità di tendenze. Per Movimento Moderno si intende in particolare l’architettura razionalista che si è sviluppata a partire dagli anni trenta del XX secolo, in particolare attorno alla figura di Le Corbusier. Altro importante maestro è Frank Lloyd Wright.
Architettura postmoderna
Architettura contemporanea
07 (1)

Architettura non occidentale
mesopotamica
egizia
assira
ittita
islamica
ottomana
moresca
georgiana
persiana
indiana
della Cambogia
cinese
giapponese
della Mongolia
africana
maya
azteca

domenica 26 agosto 2012

Monasteri e abbazie- un po’ di storia 3a

Monasteri e abbazie
Durante il periodo di regno di Carlo Magno (768-814) e negli anni successivi, le abbazie si erano trasformate in immense proprietà fondiarie, lontane dall'ideale monastico dei primi fondatori che ad esse avevano dato vita, nel V-VI secolo, dopo i primi esempi orientali. Non erano mancati esempi di vita ascetica con san Girolamo, con sant'Ambrogio e san Cesario di Arles, ed esempi di straordinario proselitismo a cui si ricollegano in particolare le attività di san Colombano e di sant'Emerano, ma il padre del monachesimo occidentale è considerato san Benedetto da Norcia, che si ritirò nel 500 ad Affile e poi in una grotta (il Sacro Speco) nei pressi di Subiaco. Si trasferì poi a Cassino, dove attorno al 529 costruì, per i numerosi discepoli, una chiesa e una casa che furono consacrate dalla Regola. Tipico fu il mutamento di condizioni dei monaci nelle abbazie erette in terre di frontiera: qui ricevevano in concessione immense distese di terreni coltivabili o da legna a cui erano rivolte le fatiche dei coloni-servi. Ai tempi di Carlo Magno, l'abbazia di Saint-Germain-des-Prés disponeva di 36.000 ettari di terra; d'altra parte, ci si può fare un'idea del patrimonio dell'abbazia di Fulda in Germania dal numero degli aratri che custodiva nei suoi magazzini: 15.000.
Generalmente i terreni di proprietà delle abbazie erano meglio coltivati di quelli di conti e marchesi, e la loro estensione aumentava di continuo per lasciti e donazioni. Ma il vero proprietario restava sempre il re, ed era in suo potere aumentarne o diminuirne il numero dei beneficiari, che potevano essere anche nobili laici. Spesso ai monaci restava soltanto la responsabilità dell'amministrazione: si distinse, allora, fra monastero come comunità di fratelli (o sorelle) e abbazia come patrimonio di cui potevano disporre.

cattedrale settecentesca di San Gallo copia
La facciata della cattedrale settecentesca di San Gallo, che comprende la celebre biblioteca ricca di oltre 100 000 volumi (fra cui incunaboli, manoscritti e miniature carolingie).





abbazia_san gallo e cattedrale copia
 Schema  dell'abbazia  attorno a cui si formò l'attuale città.

1- La basilica

2- Il chiostro, circondato dagli edifici

3- Il refettori

4- Chiostri annessi agli alloggi

5- Il cimitero dei monaci

6- L’orto

7- Recinti per il pollame

8- Le cucine, la panetteria, la fabbrica della birra, i torchi, il granaio

9- Stalle per cavalli e bovini

10- Alloggi per addetti alla fattoria

11- La scuola, il laboratorio di copia e miniatura, la foresteria dell’abate.



Monasteri e abbazie- un po’ di storia 2a

Lo "stratego" rappresenta Costantinopoli
All'inizio del VII secolo l'Italia era rimasta divisa in due parti ben distinte, longobarda l'una, bizantina l'altra: all'imperatore di Costantinopoli obbedivano la fascia adriatica costiera del Veneto (cioè, il ducato delle Venezie), il territorio ravennate-romagnolo (l'Esarcato) e gran parte delle Marche (la Pentapoli marittima che giungeva fino oltre Ancona); sul mar Tirreno erano bizantine la Liguria e parte della costa toscana fino all'inizio della Maremma. Quando cadde l'Esarcato (nel 774 il re franco Carlo Magno si era sostituito con la forza all'ultimo re longobardo Desiderio), l'impero bizantino fu rappresentato in Italia dallo "stratego" di Sicilia, il quale strinse un'alleanza con il duca di Benevento, Arechi, che conservò le istituzioni politiche longobarde nella sua regione (e vi rimasero quasi intatte per ancora tre secoli). Per mezzo della flotta di cui poteva disporre, lo stratego manteneva rapporti molto stretti con Costantinopoli, e riusciva cosi a tenere in efficienza le fortificazioni costiere sul Tirreno fino a Gaeta e lungo la sponda pugliese fino al Gargano, mentre netta si profilava per la Sicilia la minaccia araba. I Bizantini lentamente riconquistarono poi tutta l'Italia meridionale continentale, lasciando notevoli tracce nelle "laure" (monasteri) basiliane, nelle chiese di Rossano e di Stilo (la Cattolica), con codici miniati e affreschi, nelle province di Bari, di Catanzaro e di Reggio Calabria. Ma anche in Sicilia i Bizantini lasciarono la loro impronta: a Noto, a Santa Venerina, a Catania, a Rometta e a Castiglione. Da Termoli allo Stretto di Messina, i Bizantini resistettero fino alla conquista normanna (1042-1059 per la Puglia e la Calabria), mentre la Sardegna fu abbandonata a se stessa in condizioni di caos, da cui si risollevò per iniziative locali.

la cattolica di stilo
La Cattolica di Stilo, in provincia di Reggio Calabria.



Monasteri e abbazie- un po’ di storia 1a

I MONASTERI
I monasteri (da mônachos, solo) e le abbazie sono centri ecclesiastici, sedi di comunità autonome e punti di riferimento nel territorio per la popolazione. Sortì in Oriente nel IV sec. dopo Cristo, si diffusero in Occidente soprattutto grazie all'impegno di Benedetto da Norcia (480-543). Questi fondò una fitta rete di monasteri, organizzati secondo precise regole, riferite sia alla preghiera e alla meditazione, sia al lavoro manuale: ora et labora.
Fu però in età romanica e gotica che i monasteri si diffusero in modo capillare: importante fu la fondazione, nel 910, dell'Abbazia di Cluny, in Borgogna, nella Francia centro-orientale. L'ordine cluniacense, che in pochi decenni si diffuse in modo capillare in larga parte d'Europa, affermò una concezione monastica basata sulla preghiera e sulla liturgia, entro una cornice di grande sfarzo.
A quest'ordine si contrappose quello cistercense, fondato anch'esso in Borgogna, presso Citeaux, nel 1098. Interpretando in chiave ascetica la regola di Benedetto, i Cistercensi propugnarono un tenore di vita semplice ed il ritorno al lavoro manuale; coerentemente, le loro chiese assunsero un alto rigore formale ed uno scarno apparato decorativo.

chiesa abbaziale pomposa_ferrara

Pomposa (Ferrara), Chiesa abbaziale, risalente ai secoli VIII-IX,
con il successivo atrio e il campanile del 1063.
L'abbazia ebbe un ruolo importante nella bonifica del delta del Po.






complesso ricostr monast abbazia Cluny
Ricostruzione dell'Abbazia e del complesso del monastero di Cluny.

1. Terza abbazia (Cluny III)
2. Seconda abbazia (Cluny II)
3. Chiesa Sainte-Marie
4. Cimitero dei frati
5.  Notre-dame-du-Cimetière
6.  Infermeria di Pierre le Vénérable
7. Chiostro dell'infermeria
8. Chiostro
9.  Edifici del priore
10. Chiostro dei professi
11.  Refettorio dei frati
12. Chiostro dei novizi
13.  Noviziato
14. Casa di riposo per anziani dell'abate Hugues
15. Casa di riposo per anziani dell'abate Pierre le Vénérable
16. Torre degli Archivi e del Tesoro
17. Torre della Giustizia
18.  Recinto dell'abate Hugues





 

domenica 12 agosto 2012

Castel del Monte 2a



CASTELDELMONTE_thumb[10]

Decorazione
La decorazione dell'edificio, in origine assai ricca ma oggi quasi del tutto scomparsa, si segnala per le chiavi di volta dei costoloni, decorate con creature mitologiche e motivi vegetali, caratteristici del realismo della tarda scultura sveva, di ispirazione romaneggiante (come il Busto di Barletta). Architettura e scultura tradiscono influenze dell'edilizia francese e di quella cistercense.
Ricche cornici in porfido decorano le porte.
La struttura è composta principalmente da tre diversi materiali, la cui disposizione non è casuale ma è studiata per l'effetto cromatico che ha nell'osservatore:
la pietra calcarea è sicuramente il materiale preponderante, dal momento che di questo materiale sono composte tutte le strutture architettoniche ed alcuni elementi decorativi. Questo materiale dona alla costruzione una colorazione che va dal bianco al rosato, a seconda del periodo del giorno in cui si osserva l'edificio;
il marmo bianco o con leggeri venature, oggi presente solo in rare decorazioni nelle sale, doveva rappresentare in passato il materiale di cui era costituito tutto l'arredo e le decorazioni dell'edificio;
la breccia corallina, che dona un'importante nota di colore alla struttura. In passato l'effetto della breccia corallina doveva essere più marcato, dal momento che tutti gli ambienti erano rivestiti di lastre di questo materiale.

07 (1)[6]_thumb

Ipotesi sulla funzione dell'edificio
Malgrado sia comunemente definito "castello", l'esatta funzione dell'imponente edificio è tuttora sconosciuta. Privo dal punto di vista architettonico di elementi tipicamente militari e di fossati, posto in una posizione non strategica, in realtà l'edificio non fu probabilmente una fortezza. Alcuni elementi della costruzione, inoltre, fanno decisamente scartare questa ipotesi: ad esempio le scale a chiocciola nelle torri sono disposte secondo un senso antiorario (a differenza di qualunque altra costruzione difensiva dell'epoca), situazione che metteva in svantaggio gli occupanti del castello contro eventuali assalitori perché sarebbero stati costretti ad impugnare l'arma con la sinistra. Le feritoie, inoltre, sono troppo strette anche per ipotizzare un lancio di frecce.
Anche l'ipotesi che fosse una residenza di caccia, attività assai amata dal sovrano, è messa in discussione dalla presenza di fini ornamenti e dall'assenza di stalle e altri ambienti tipici delle residenze di caccia.
A causa dei forti simbolismi di cui è intrisa, è stato ipotizzato che la costruzione potesse essere una sorta di tempio, o forse una sorta di tempio del sapere, in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze.
In ogni caso si rivela come un'opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche, geometriche ed astronomiche.
Alcune lievi asimmetrie nella disposizione delle residue decorazioni e delle porte interne, quando non dovute a spoliazioni o alterazioni, hanno suggerito ad alcuni studiosi l'idea che il castello e le sue sale, pur geometricamente perfette, fossero stati progettati per essere fruiti attraverso una sorta di "percorso" obbligato, probabilmente legato a criteri astronomici.

casteldelmontev_aerea

Per spiegare la totale mancanza di corridoi si è inoltre ipotizzato che al livello del primo piano vi fosse un tempo un ballatoio in legno, oggi scomparso, dal lato prospiciente il cortile interno, che avrebbe consentito l'accesso indipendente alle singole sale.Una recente ipotesi assegnerebbe alla costruzione la funzione di centro benessere, atto alla rigenerazione e alla cura del corpo, su modello dell'hammam arabo. Diversi sono gli elementi della costruzione che porterebbero in tale direzione: i molteplici ed ingegnosi sistemi di canalizzazione e raccolta dell’acqua, le numerose cisterne per la conservazione, la presenza delle più antiche stanze da bagno della storia, la particolare conformazione dell’intero complesso, il percorso interno (obbligato) e la forma ottagonale.

castel del monte_thumb[6]

L'utilizzo dell'immagine di Castel del Monte: il 2 maggio 1977, un francobollo da 200 lire ne riportava una veduta prospettica. Lo troviamo anche nell'emissione della serie ordinaria, raffigurato nel valore dal 20 lire, emesso il 22 settembre 1980.
Un ottagono è presente nella bandiera della Regione Puglia.
Nel 1998 la sagoma di Castel del Monte veniva scelta per la moneta metallica da 1 centesimo di euro coniata in Italia.
L'edificio è stato scelto per rappresentare il politecnico di Bari: nello stemma del politecnico è presente la pianta dell'edificio.
Inoltre è parte del logo di Bancapulia.

07 (1)[6]_thumb[3]

Come arrivare
Ubicazione
Comune di Andria
Provincia di Bari
sito web: 
http://www.comune.andria.bt.it
In treno
Trenitalia - numero verde 89.20.21
sito web:
www.trenitalia.com
In auto
Autostrada A14 (Bologna-Taranto)
Autostrada A16 (Bari-Napoli), uscita Andria-Barletta S.S. 170 per 18 km circa.
sito web: www.autostrade.it
In aereo
Aeroporto Bari Palese (km 45)
Tel. 39. 080.5382370-583530 (informazioni)
Tel. 39. 080.5835204 (biglietteria)
sito web:
http://www.seap-puglia.it/index.asp
Ulteriori ulteriori informazioni al sito casteldelmonte.beniculturali - http://casteldelmonte.beniculturali.it/index.php?it/1/home

Immagine mappa


<<INDIETRO PARTE 1a

Castel del Monte 1a


CASTELDELMONTE

Castel del Monte è un edificio del XIII secolo costruito dall'imperatore Federico II in Puglia, nell'attuale frazione omonima del comune di Andria, vicino Santa Maria del Monte a 18 km dalla città.
È situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri s.l.m.
È stato inserito nell'elenco dei monumenti nazionali italiani nel 1936 e in quello dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1996.

Storia
La nascita dell'edificio si colloca ufficialmente il 29 gennaio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordina a Riccardo da Montefuscolo, Giustiziere di Capitanata, che vengano predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un castello presso la chiesa di Sancta Maria de Monte (oggi scomparsa). Questa data, tuttavia, non è accettata da tutti gli studiosi: secondo alcuni, infatti, la costruzione del castello in quella data era già giunta alle coperture.
Incerta è anche l'attribuzione ad un preciso architetto: alcuni riconducono l'opera a Riccardo da Lentini ma molti sostengono che ad ideare la costruzione fu lo stesso Federico II. Pare fu costruito sulle rovine di una precedente fortezza prima longobarda e poi normanna.  Probabilmente alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l'edificio non era ancora terminato.
Fu raramente adibito a feste; fra queste nel 1246 si ricordano le nozze di Violante, figlia naturale di Federico e Bianca Lancia con il conte di Caserta Riccardo Sanseverino.
A partire dal XVII secolo seguì un lungo periodo d'abbandono, durante il quale il castello venne spogliato degli arredi e delle decorazioni parietali di marmo (le cui tracce restano visibili solo dietro i capitelli) e divenne oltre che carcere anche un ricovero per pastori, briganti e profughi politici. Nel 1876 il castello venne infine acquistato (per la somma di 25.000£) dallo Stato italiano in condizioni di conservazione estremamente precarie, che ne predispose il restauro a partire dal 1879. Nel 1928 Il restauro diretto dall'architetto Quagliati rimuove il materiale di risulta all'esterno del castello e demolisce parte delle strutture pericolanti, ricostruendole in seguito per dare al castello un aspetto "ringiovanito"; questo non ne arrestò il degrado e si dovette procedere con un altro restauro tra il 1975 e il 1981. Nel 1936 fu dichiarato monumento nazionale.
Nel 1996 l'UNESCO lo ha iscritto sulla lista dei Patrimoni dell'umanità per la perfezione delle sue forme e per l'armoniosa unione degli elementi culturali del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica, tipico esempio di architettura militare del medioevo.
07 (1)

Descrizione
   piantacasteldelmontePianta  
L'edificio ha pianta ottagonale (lato esterno: 10,30 m intervallo tra le torri più diametro di ogni torre: 7,90 m) e ad ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale (lato 2,70 m), mentre l'ottagono che corrisponde alla corte interna ha lati la cui misura varia tra i 6,89 m e i 7,83 m. Il diametro del cortile interno è di 17,86 m. Il diametro dell'intero castello è di 56 m, mentre il diametro di ogni torre è di 7,90 m. Le torri sono alte 24 m e superano di poco l'altezza delle pareti del cortile interno (20,50 m).

Interno
trombascalaachioccLa tromba di una delle scale a chiocciola
Lo spazio interno è suddiviso in due piani, rialzati rispetto al piazzale antistante di 3 e 9,5 metri rispettivamente. Le stanze, trapezoidali, sono divise da muri che congiungono gli spigoli dell'ottagono interno e gli spigoli di quello esterno, dove si impostano le omologhe torri.
Il problema della copertura delle stanze è risolto scomponendo il trapezio iniziale in un quadrato centrale e due triangoli laterali. Il quadrato centrale viene coperto da una volta a crociera, mentre i due triangoli laterali sono sovrastati da due spicchi di volta a botte per ciascuna stanza. Al centro di ogni volta a crociera, nell'intersezione tra i costoloni, fuoriesce dall'intradosso una chiave di volta estradossata diversa per ogni stanza. I costoloni non hanno una funzione di portanza statica, ma hanno esclusiva funzione decorativa. Le volte a botte sono costruite seguendo l'andamento dei muri esterni relativi a quella parte della costruzione. Per quanto adiacenti, i due tipi di volte utilizzate sono completamente indipendenti: nell'intersezione tra le stesse, infatti, si può notare come l'orditura presenti una discontinuità, provocata da una sfasatura nella composizione delle due coperture contigue.
Il piano di imposta della volta è sottolineato da una cornice, ripresa anche nel capitello sopra le colonne portanti.
La comunicazione tra il piano inferiore e quello superiore è assicurata dalla presenza, non in tutte le otto torri, delle scale a chiocciola. Le scale si sviluppano secondo un senso antiorario e constano di 44 gradini trapezoidali che si dipartono, ognuno in un unico masso lapideo, da una colonna centrale del diametro di circa 22 centimetri.
Il piano superiore, per quanto ricalchi la struttura del piano inferiore, si presenta più raffinato e curato: i costoloni che sorreggono le volte sono più slanciati, ed ogni sala è vivacemente illuminata dalla presenza delle finestre bifore o, in un caso, trifora. La particolarità di queste finestre è la presenza di gradini e di sedili che le fiancheggiano. Lungo le pareti di ogni sala corre un sedile al di sotto della base delle colonne.
Degno di particolare attenzione, all'interno del castello è il marchingegno di manovra dell'antica saracinesca di chiusura del portale principale, visibile con tutti i cavedi necessari, all'interno della muratura portante, per lo scorrimento delle catene che lo sostenevano.
Esterno
ENTRATACASTELDELMONTE
Entrata      
Il portale di ingresso principale si apre sulla parete della struttura ottagonale orientata approssimativamente ad est, vale a dire di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di primavera e d'autunno. Ad esso si accede attraverso due rampe di scale simmetriche, disposte a tenaglia ai lati dell'ingresso, ricostruite nel 1928.
A differenza del semplice ingresso secondario dalla parte opposta (orientata a ponente) dell'edificio (costituito da un semplice portale ad arco a sesto acuto), l'ingresso principale è decorato con due colonne scanalate che sorreggono un finto architrave su cui si imposta un frontone di forma cuspidale.
Ogni parete presenta due finestre: una monofora in corrispondenza del primo piano ed una bifora per il secondo piano, non sempre in asse tra loro. Da questa regola si discostano le facciate orientale ed occidentale (quelle in cui sono posti i due portali) che non presentano la monofora, e la facciata settentrionale, che presenta una trifora per il secondo piano. Ulteriori feritoie sono presenti sulle torri, per dare luce alle scale a chiocciola interne.
Dal punto di vista strutturale è importante notare come le mura tra le torri si ergano direttamente dal terreno, mentre le torri presentano uno zoccolo, messo in risalto nella parte superiore da una cornice in stile gotico.
Ad ulteriore prova della perfezione strutturale dell'edificio si può notare come le tangenti ai lati del cortile interno si incontrano precisamente al centro delle torri ottagonali.
Cortile interno
CORTIELCASTELDELMONTE
Vista del cortile interno   
Nel cortile interno la compattezza delle mura è attenuata solo dalla presenza di tre ingressi nella parte inferiore e tre "porte finestre" nella parte superiore. La sensazione all'interno del cortile è che tutto il primo piano funga da zoccolo per il piano superiore, alleggerito dalla presenza di archi ciechi.
Si pensa che al centro di questo cortile in precedenza ci fosse una vasca anch'essa ottagonale, costituita da un unico blocco di marmo  che secondo la leggenda doveva rappresentare il Sacro Graal rimasto per un periodo all'interno di questo castello.
Sotto la vasca, al centro del cortile, al di sotto del piano di calpestìo è presente una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane, aspetto tenuto in gran conto in questo edificio tanto che erano presenti altre cinque cisterne di raccolta all'interno delle torri. Tuttavia attualmente quella al di sotto del cortile interno è l'unica funzionante.
Le alte pareti da cui è formato il cortile interno danno l'idea di trovarsi all'interno di un pozzo che, nella simbologia medioevale rappresentava la conoscenza.
07 (1)

sabato 11 agosto 2012

Castelli-storia e schemi 2a


Il castello normanno
castelloschema_thumb[18]

Nel corso dell'XI secolo assunse particolare importanza in Europa la presenza politica e culturale dei Normanni. Essi conquistarono l'Inghilterra a partire dal 1066, e l'Italia e la Sicilia dal 1071.
Notevole fu la loro influenza artistica nell'Italia meridionale in età romanica, testimoniata dal fiorente sviluppo, in Sicilia, dell'arte arabo-normanna.
La politica territoriale era basata sulla presenza dei baroni feudali, che operavano uno stretto controllo a livello locale; questo determinò l'attuazione di un vasto programma di realizzazione di castelli, che fungevano da basi militari o di gestione delle politiche locali da parte dei regnanti. Nella sola Inghilterra furono realizzati, nel corso dei secoli XI e XII, ben 50 castelli baronali ed altrettanti di proprietà dello stesso Guglielmo I.
II castello normanno si definì con una tipologia ben precisa: esso constava di una torre quadrata, detta maschio o mastio, affacciata su una corte, entrambi cinti da un perimetro murario. Eretto spesso su uno spalto svasato, il mastio era composto da più piani, dove venivano dislocati i posti di guardia, un piano abitabile, talvolta le celle per i prigionieri. L'entrata era posta in alto nella parete, per renderla inaccessibile ai colpi dell'ariete.
Talvolta era presente una torre separata più avanzata, il barbacane, o alcune torrette sulle mura. Caratteristici di questa tipologia sono ancor oggi i Castelli di Adrano, Paternò e Acicastello, nella Sicilia Orientale.
Nella fase di conquista i castelli normanni venivano realizzati in legno, ed in origine la corte era protetta da un fossato e da una palizzata, o da una torre in legno. Nella fase di stabilizzazione territoriale dei Normanni, la palizzata venne sostituita da mura, e dove prima c'era la torre venne eretto il mastio.

07 (1)
Il castello concentrico
Lo sviluppo tipologico dei castelli fu determinato, a partire dal XII secolo, dai cambiamenti apportati dai Crociati che, come avevano visto nel Vicino Oriente, introdussero l'uso di più mura difensive, intervallate da torri. Questa innovazione ebbe molto seguito in Europa. Analizziamo il tipo di castello concentrico attraverso l'esempio di Fenis, in Valle d'Aosta, costruito nel 1340 su un precedente edificio del 1242.

schemacastellidifese
 



<<INDIETRO

Castelli-storia e schemi 1a


Castel del Monte,
1240-1250,
altezza 25 m,
diametro 56 m.
Andria (Bari).
CASTELDELMONTE
Il castello era uno
dei tanti fortilizi che
Federico II fece costruire
nell'Italia meridionale.
Nato come castello
di caccia e per la difesa,
in realtà esso possedeva tutti gli elementi per fungere da residenza imperiale. Le sue proporzioni sono calcolate con precisione
minuziosa, secondo i più moderni principi matematici ed astronomici del tempo.

07 (1)  

Il castello
Durante i primi secoli del Medioevo, le invasioni barbariche avevano causato lo spopolamento delle città. Nel volgere di poco tempo, si determinò un cambiamento sostanziale nella mappa dei luoghi abitati: le popolazioni, in cerca di luoghi sicuri, si erano riaggregate in borghi formatisi attorno a monasteri, abbazie e castelli, residenze fortificate del signore del borgo. I castelli erano strutture autosufficienti, che garantivano protezione e sicurezza in cambio dell'asservimento al signore, secondo le rigide regole del sistema feudale: contadini ed artigiani prestavano così la loro opera al feudatario, producendo un'economia basata sull'artigianato e sui prodotti della terra.
La tipologia originaria della costruzione fortificata si andò definendo in Europa nel IX secolo, con lo scopo principale di consentire la difesa dei territori da parte di Carlo Magno e dei suoi successori; successivamente i castelli divennero le abitazioni dei signori feudali. Si ergevano prevalentemente in zone collinari o nella campagna; il loro impianto architettonico, imponente e severo, rispondeva, dunque, in primo luogo ad esigenze difensive o strategiche e, nonostante si possano individuare molte varianti tipologiche, alcuni elementi permangono costanti. Un castello era difeso da una solida cinta muraria, con alte torri di avvistamento, e  spesso era circondato da un fossato. La cinta, coronata da un camminamento per la ronda dei soldati, aveva un aspetto imponente; spesso composta da masse squadrate e geometriche, era assolutamente povera di aperture e bordata di merli.    



AVANTI>>

lunedì 6 agosto 2012

Le vetrate dei pittori-vetrai

La vetrata
Vetrata di
Saint Eustache, 1210ca.
Cattedrale di Chartres.
Particolare.
vetrate chartres 2

07 (1)[3]


Cenni storici
La tecnica della vetrata venne introdotta in Europa nel XII secolo, in corrispondenza all'affermarsi dell'arte gotica. Essa rispondeva all'esigenza di ornare l'interno delle chiese attraverso il colore, ma senza rinunciare alla luce; le vetrate sostituirono così, in molti casi, i muri continui, che erano, invece, supporto agli interventi pittorici ad affresco.
La loro presenza è coerente con la struttura stessa della cattedrale gotica, nella quale le pareti sono 'svuotate' per lasciare spazio alla sola ossatura portante. La luce, filtrata attraverso i vetri variamente colorati, mostra il proprio carattere smaterializzante e conferisce agli interni un'atmosfera soprannaturale, quasi irreale. Essa diviene simbolo di presenza divina e la sua irradiazione rappresenta la grazia celeste sul mondo. La tecnica della vetrata ha trovato particolare spazio nell'Europa centro-settentrionale: in Francia, ad esempio con gli splendidi complessi di Chartres (il più grande complesso di vetrate di età medievale), Bourges, della Chiesa abbaziale dì Saint-Denis (l'esempio più antico) e della Saìnte Chappelle a Parigi; in Germania, nel Duomo di Colonia o nella Chiesa di Santa Elisabetta a Marburgo; in Inghilterra, nella Cattedrale di York. In Francia si affermarono moltissime botteghe artigiane, che estesero la loro influenza in tutta Europa. In Italia, la tecnica delle vetrate ha avuto diffusione limitata, per il persistere della tradizione dell'affresco; esiti pregevoli sono nella Basilica di San Francesco ad Assisi (in cui, comunque, vi fu un corposo intervento di artigiani tedeschi e francesi), nel Duomo di Orvieto e nel Duomo di Siena (su disegno di Duccio di Buoninsegna).

vetrate chatres 1
Duccio di Buoninsegna,
Vetrata dell'abside del
Duomo di Siena, 1288.

07 (1)

La tecnica
A differenza che in Italia, dove il vetraio e il pittore avevano spesso ruoli separati, in Francia queste opere venivano realizzate dai pittori-vetrai.
Il procedimento è piuttosto complesso e può presentare alcune varianti nelle varie fasi; esso ha inizio con il disegno del cartone, cioè del modello a grandezza naturale della vetrata da realizzare. I pezzi di vetro colorato vengono tagliati seguendo i contorni del disegno preparatorio, e disposti in un montaggio provvisorio. Il maestro vetraio procede, quindi, con l'intervento pittorico: sul vetro traccia i contorni delle figure, le pieghe degli abiti, i tratti dei visi, dei motivi geometrici o vegetali, e per far questo utilizza una tinta bruna o nera a base di piombo, la grisaille, che verrà successivamente fissata al vetro tramite cottura nel forno. Con la grisaille l'artista delinea, con un tratto spesso, i contorni, con un tratto più sottile alcuni dettagli e le sfumature. Per fissare definitivamente il colore sul vetro, questo viene gradualmente cotto nel forno ad una temperatura che può raggiungere i 7-800 gradi; quindi i pezzi di vetro vengono lentamente lasciati raffreddare. Il maestro procede infine all'assemblaggio, inserendo le lastre in righelli di piombo, scavati sui due lati e successivamente saldati gli uni agli altri. In questo modo viene composto un pannello di vetro flessibile e resistente.
Dal XIII secolo, la tecnica della vetrata è stata perfezionata al punto da consentire la sostituzione delle grandi finestre e dei rosoni, aperti sulla superficie muraria, con vetrate di grandi dimensioni, occupanti l'intera parete compresa tra le strutture portanti.

giovedì 2 agosto 2012

Il castello di Neuschwanstein-6

Arredi e tecnologia moderna
Come nessun'altra costruzione Neuschwanstein illustra gli ideali e le aspirazioni di Ludovico II. Il castello non era concepito per scopi di rappresentanza, bensì come buen retiro . Qui Ludovico II si rifugiava in un mondo onirico, nel poetico mondo del Medioevo.
I cicli pittorici di Neuschwanstein erano ispirati alle opere di Richard Wagner, al quale il re dedicò il castello. Non furono però i drammi musicali wagneriani a servire da espliciti modelli per la decorazione, bensì le saghe medievali, alle quali a sua volta aveva fatto ricorso anche il compositore.
Nelle pitture murali del castello vengono tematizzate storie di amore, colpa, pentimento e redenzione. Re e cavalieri, poeti e coppie d'amanti ne popolano le stanze. Tre figure sono di centrale importanza. Il poeta Tannhäuser, il cavaliere del cigno Lohengrin e suo padre Parsifal, il re del Santo Graal. Per Ludovico si tratta di modelli esemplari e di spiriti affini.
arbeitszimmer_q_thumb[1]
Abside nella Sala del trono
Un altro motivo ricorrente degli arredi è il cigno. Esso era l'animale araldico dei conti di Schwangau, di cui Ludovico II si considerava il successore. Al contempo è anche il simbolo cristiano della "purezza", cui Ludovico aspirava.
sala del trono_thumb[1]
Idee politiche e religiose influirono sulla progettazione del castello. Ciò è particolarmente visibile nella Sala del trono. Qui le pitture murali testimoniano di come Ludovico II immaginasse un regno "per grazia divina": come una sacra missione, provvista di un potere che il re bavarese non aveva mai posseduto.
01 (1)[3]
Tecnologia moderna in veste medievale
A Neuschwanstein il Medioevo era solo illusione. Dietro la facciata antica si celavano tecnologie modernissime e massimo comfort.
Le stanze del "Palas", l'ala residenziale reale, venivano riscaldate con un sistema centrale ad aria. A tutti i piani era disponibile acqua corrente, in cucina addirittura calda e fredda. I bagni possedevano degli sciacquoni automatici. Il re chiamava la servitù e gli aiutanti servendosi di un sistema di campanelli elettrici. Al terzo e al quarto piano c'erano persino dei telefoni. I pasti non dovevano essere trasportati con difficoltà su per le scale perché per questi era a disposizione un montacarichi.
camera da letto vetrate policrome
Già durante la costruzione del castello ci si era serviti di moderni mezzi della tecnica. Le gru da carico ad esempio venivano azionate da macchine a vapore e la Sala del trono venne costruita come una struttura in acciaio, poi rivestita. Una peculiarità di Neuschwanstein sono i vetri delle finestre di grandi dimensioni. Ai tempi di Ludovico II la realizzazione di tali misure risultava ancora inusuale.
01 (1)

Come arrivare:
Il castello di Neuschwanstein si trova nelle vicinanze del paese di Schwangau e della città di Füssen, in Algovia. Punto di partenza per raggiungere il castello e ultima possibilità di parcheggio è la località di  Hohenschwangau.
I biglietti di ingresso per il castello di Neuschwanstein possono essere acquistati solo presso la  biglietteria (Ticketcenter) di Hohenschwangau.
In auto / bus
Percorrete l'autostrada A7 (Ulm – Kempten – Füssen). Da Füssen prendete la strada statale B17 in direzione di Schwangau; dopo aver attraversato il paese prendete a destra in direzione di Hohenschwangau
oppure
percorrete l'autostrada A7 – uscita Kempten – proseguite sulla strada statale B12 fino a Marktoberdorf. Sulla B16 fino a Roßhaupten – OAL I fino a Buching – poi la B17 fino a Schwangau e Hohenschwangau.

In località Hohenschwangau sono disponibili solo parcheggi a pagamento (5 euro / autoveicoli – dato aggiornato al 1º aprile 2011).
Potete trovare l'itinerario nel sito: http://auto.abacho.de/routenplaner/.
Percorrete l'autostrada A7 (Ulm – Kempten – Füssen). Da Füssen prendete la strada statale B17 in direzione di Schwangau; dopo aver attraversato il paese prendete a destra in direzione di Hohenschwangau
oppure
percorrete l'autostrada A7 – uscita Kempten – proseguite sulla strada statale B12 fino a Marktoberdorf. Sulla B16 fino a Roßhaupten – OAL I fino a Buching – poi la B17 fino a Schwangau e Hohenschwangau.

In località Hohenschwangau sono disponibili solo parcheggi a pagamento (5 euro / autoveicoli – dato aggiornato al 1º aprile 2011).
Potete trovare l'itinerario nel sito: http://auto.abacho.de/routenplaner/.
Fonte  e ulteriori informazioni: http://www.neuschwanstein.com/ital/tourist/raggiung.htm

01 (1)[3][4]



Visualizzazione ingrandita della mappa

Il castello di Neuschwanstein-5

La gola del Pöllat con il ponte
di Maria (Marienbrücke)
Già Massimiliano II aveva fatto sistemare nei dintorni di Hohenschwangau dei sentieri e dei punti panoramici da cui poter godere il paesaggio. Quale regalo di compleanno per la sua consorte Maria, amante delle escursioni in montagna, fece costruire negli anni cinquanta del XIX secolo il ponte di ferro "Marienbrücke", sovrastante la gola del Pöllat.
Dallo stretto costone di roccia a sinistra della gola del Pöllat, chiamato "Jugend" (Gioventù), si offriva una vista unica sui monti e sui laghi. Massimiliano II adorava questo luogo e nel 1855 vi progettò un padiglione panoramico. Il principe ereditario Ludovico si era recato spesso sulla "Jugend".
Sulla "Jugend" si trovavano i resti di due piccole fortezze: Vorderhohenschwangau e Hinterhohenschwangau. E' qui che Ludovico progettò il suo "Nuovo Castello di Hohenschwangau" (la denominazione "Neuschwanstein" risale a dopo la morte del re). Esso doveva offrire un'illusione migliore di un ideale castello medievale di quanto facesse Hohenschwangau. In tutto ciò era determinante l'idea di perfezione: la "ricostruzione" doveva risultare più pura stilisticamente e corredata di tutte le più moderne conquiste della tecnica.
Nel 1867 Ludovico II visitò l'appena "ricostruita" fortezza della Wartburg. Lì si entusiasmò in particolar modo per la Sala dei Cantori, presumibilmente il luogo del leggendario "Certame dei cantori". La Wartburg e la sua sala divennero i motivi ispiratori del "Castello Nuovo". L'architetto Eduard Riedel dovette rielaborare inoltre delle idee basate su scenografie teatrali, disegnate da Christian Jank, uno scenografo monacense.
01 (1)


Potervi soggiornare un giorno …
La costruzione non fece quei rapidi progressi che il re si attendeva. Il progetto era troppo complesso e risultò difficile anche la gestione del cantiere in montagna. Scenografi, architetti e artigiani si preoccuparono di realizzare le idee precise del re. I suoi sconsiderati termini di consegna poterono essere onorati in parte solo con ininterrotti ed esasperanti turni di lavoro, diurni e notturni.
La posa della prima pietra per il "Castello Nuovo" avvenne il 5 settembre 1869. Per primo venne completato nel 1873 il tratto del Portale, che Ludovico abitò per anni. Solo nel 1880 fu festeggiata la copertura del tetto del "Palas", che risultò agibile a partire dal 1884.
salone sturdio ludovico_thumb
La crescente ritrosia per ogni contatto umano e d'altro canto la crescente pretesa di dignità reale condussero Ludovico II a modificare il progetto architettonico. Al posto delle stanze per gli ospiti, inizialmente previste, venne progettata una "Sala Moresca" con fontana, anche se poi non venne mai realizzata. Lo "Scrittoio" si trasformò dal 1880 in una piccola grotta. La modesta "Stanza delle Udienze" si trasformò in un'enorme Sala del trono. Questa non era più destinata alle udienze, bensì era da intendersi come tributo alla regalità e come copia della leggendaria sala del Santo Graal. Al fine di integrare questa sala nel già costruito "Palas", fu necessario ricorrere a una modernissima struttura in acciaio. Nell'ala occidentale del "Palas" avrebbe dovuto essere sistemato un "Bagno dei cavalieri", quale reminiscenza del bagno rituale del cavalieri del Santo Graal.
Oggi vi si trova una scala per i visitatori che conduce in basso verso l'uscita.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...