lunedì 6 agosto 2012

Le vetrate dei pittori-vetrai

La vetrata
Vetrata di
Saint Eustache, 1210ca.
Cattedrale di Chartres.
Particolare.
vetrate chartres 2

07 (1)[3]


Cenni storici
La tecnica della vetrata venne introdotta in Europa nel XII secolo, in corrispondenza all'affermarsi dell'arte gotica. Essa rispondeva all'esigenza di ornare l'interno delle chiese attraverso il colore, ma senza rinunciare alla luce; le vetrate sostituirono così, in molti casi, i muri continui, che erano, invece, supporto agli interventi pittorici ad affresco.
La loro presenza è coerente con la struttura stessa della cattedrale gotica, nella quale le pareti sono 'svuotate' per lasciare spazio alla sola ossatura portante. La luce, filtrata attraverso i vetri variamente colorati, mostra il proprio carattere smaterializzante e conferisce agli interni un'atmosfera soprannaturale, quasi irreale. Essa diviene simbolo di presenza divina e la sua irradiazione rappresenta la grazia celeste sul mondo. La tecnica della vetrata ha trovato particolare spazio nell'Europa centro-settentrionale: in Francia, ad esempio con gli splendidi complessi di Chartres (il più grande complesso di vetrate di età medievale), Bourges, della Chiesa abbaziale dì Saint-Denis (l'esempio più antico) e della Saìnte Chappelle a Parigi; in Germania, nel Duomo di Colonia o nella Chiesa di Santa Elisabetta a Marburgo; in Inghilterra, nella Cattedrale di York. In Francia si affermarono moltissime botteghe artigiane, che estesero la loro influenza in tutta Europa. In Italia, la tecnica delle vetrate ha avuto diffusione limitata, per il persistere della tradizione dell'affresco; esiti pregevoli sono nella Basilica di San Francesco ad Assisi (in cui, comunque, vi fu un corposo intervento di artigiani tedeschi e francesi), nel Duomo di Orvieto e nel Duomo di Siena (su disegno di Duccio di Buoninsegna).

vetrate chatres 1
Duccio di Buoninsegna,
Vetrata dell'abside del
Duomo di Siena, 1288.

07 (1)

La tecnica
A differenza che in Italia, dove il vetraio e il pittore avevano spesso ruoli separati, in Francia queste opere venivano realizzate dai pittori-vetrai.
Il procedimento è piuttosto complesso e può presentare alcune varianti nelle varie fasi; esso ha inizio con il disegno del cartone, cioè del modello a grandezza naturale della vetrata da realizzare. I pezzi di vetro colorato vengono tagliati seguendo i contorni del disegno preparatorio, e disposti in un montaggio provvisorio. Il maestro vetraio procede, quindi, con l'intervento pittorico: sul vetro traccia i contorni delle figure, le pieghe degli abiti, i tratti dei visi, dei motivi geometrici o vegetali, e per far questo utilizza una tinta bruna o nera a base di piombo, la grisaille, che verrà successivamente fissata al vetro tramite cottura nel forno. Con la grisaille l'artista delinea, con un tratto spesso, i contorni, con un tratto più sottile alcuni dettagli e le sfumature. Per fissare definitivamente il colore sul vetro, questo viene gradualmente cotto nel forno ad una temperatura che può raggiungere i 7-800 gradi; quindi i pezzi di vetro vengono lentamente lasciati raffreddare. Il maestro procede infine all'assemblaggio, inserendo le lastre in righelli di piombo, scavati sui due lati e successivamente saldati gli uni agli altri. In questo modo viene composto un pannello di vetro flessibile e resistente.
Dal XIII secolo, la tecnica della vetrata è stata perfezionata al punto da consentire la sostituzione delle grandi finestre e dei rosoni, aperti sulla superficie muraria, con vetrate di grandi dimensioni, occupanti l'intera parete compresa tra le strutture portanti.

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