Dai suoi 4633 metri di altezza il Monte Rosa, seconda cima d'Europa, domina dalla valle di Aosta, la pianura padana. Secondo in altezza, é però, primo per vastità di superficie glaciale ed estensione geografica. Geologicamente si tratta del più cospicuo massiccio alpino: un autentico pilastro portante sul quale si appoggia tutta la catena alpina occidentale. Nell'ultima glaciazione (circa 50.000 anni fa), il suo ghiacciaio diede origine alla Serra di Ivrea e ai laghi dell'alto Canavese.
Il nome 'Rosa' ha fatto sbizzarrire studiosi e poeti ma esso non é altro che il termine 'patois' Roéze o Roisé italianizzato e che significa ghiacciaio. Questo termine era attribuito, anticamente, al colle del Teodulo; successivamente fu esteso a tutto il massiccio.
Pur così vasto e visibile anche dalla pianura, il Monte Rosa fu esplorato e conquistato dagli alpinisti relativamente tardi rispetto alle altre maggiori vette delle Alpi. La prima ascensione fu quella del dott. Giordani che, nel 1801, salì la punta di 4046 metri che porta il suo nome. La conquista della prima vetta del Monte Rosa seguiva l'esplorazione che alcuni gressonari avevano compiuto nel 1778 sul ghiacciaio del Lys raggiungendo uno spuntone, nei pressi del colle omonimo di 4370 metri che, da allora, prese il nome di 'Roccia della Scoperta'. Successivamente, vennero salite dagli alpinisti di Gressoney Alagna e Zermatt, tutte le altri importanti vette: la Pyramide Vincent, di 4215 metri, nel 1819; la Zumstsein, di 4561 metri, nel 1820; la Punta Margherita, o Gnifetti, di 4559 metri (sulla quale venne poi eretto il più alto osservatorio-rifugio d'Europa) nel 1849 e la Doufour, di 4633 metri che fu raggiunta nel 1855. L'imponenza e la grandiosità dei suoi ghiacciai e l'altezza delle sue vette l'hanno fatto signore assoluto delle valli che incidono i suoi fianchi. Nell'antichità i valligiani dei due versanti, credevano che tra i suoi ghiacci si nascondesse una valle di tale bellezza da accecare chiunque
osasse avvicinarsi.
Monte Rosa dall’Alta Valle di Gressoney
Rifugio Mezzalama m. 3004
Due sono le valli valdostane che godono il privilegio di averlo dominatore incontrastato: la valle di Gressoney e la valle di Ayas; una terza, la Valtournanche, é lambita solo marginalmente dai suoi ghiacci e gode i favori di un altro splendido monte: il Cervino.
Il Monte Rosa raccoglie ai suoi piedi una microregione che non tiene conto dei confini politici di stato, stabilitisi nel tempo, ma della identità storica ed etnica delle genti che vi abitano. Questa regione comprende il Vallese, l'alta valle di Gressoney, parte di quella di Ayas e le alte valli di Alagna e Macugnaga, tutte interessate ai movimenti migratori provenienti dal vallese. Un gruppo di vallesani si fermò stabilmente nella valle di Gressoney facendone una piccola isoletta di cultura e lingua tedesca.
Lo spartiacque che si profila all'orizzonte salendo dalle valli valdostane, segna il confine tra l'Italia e la Svizzera; e pochi confini di stato sono così ardui e ghiacciati. Dal colle di Teodulo, a metri 3317 di quota, la linea di confine si impenna subito verso la cima di Breithorn di 4141 metri, per poi proseguire, mantenendosi sempre oltre i '4000', sino alla Roccia Nera dove si abbassa al colle omonimo. Subito riprende nuovamente la via delle cime toccando il Polluce, 4090; il Castore, 4226; i due Lyskamm 4481 e 4527; il colle del Lys e infine la vetta della Doufour a 4633 metri.
Rifugio osservatorio regina Margherita m. 4554
Ho voluto indicare, abbastanza dettagliatamente, la linea di confine e le vette che interessa, perché essa coincide per i 2/3 con il percorso del 'Trofeo Mezzalama' la leggendaria e spettacolare gara di sci-alpinismo, nata negli anni 30', ripresa con successo nel 1972. Si tratta di una competizione che, ogni due anni, mette a confronto i più grandi campioni dello sci di alta montagna, lungo un itinerario che, partendo dal colle del Teodulo (Valtournanche), porta i concorrenti a superare, con gli sci, le vette del Castore e del Naso del Lyskamm per poi discendere nella valle di Gressoney sulle sponde del lago Gabiet, dopo un percorso di oltre 35 km tra le più alte distese glaciali d'Europa. Ma il Monte Rosa non é solo terreno per campioni, o alpinisti provetti. Le sue ampie groppe seraccate e le lunghe creste frastagliate che degradano dolcemente sui ghiacciai pianeggianti, sono accessibili anche ai meno abili purché abbiano l'umiltà di avvicinarle, come i pionieri, seguendo i sentieri che salgono dal fondo valle verso i numerosi rifugi alpini che si trovano nel gruppo ai piedi di quelle cime che al tramonto, come canta il Poeta, diventano 'rosa'.Per informazioni su come arrivare e dove mangiare e dormire:
http://www.rifugimonterosa.it/
http://www.monterosa4000.it/
http://www.lovevda.it/turismo/scopri/aree_turistiche/monterosa/default_i.asp
http://www.gressoneymonterosa.it/
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meraviglioso post! complimenti
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