Arrivando in cima al Monte dalla via Sacra, lasciata alle spalle l'ultima Cappella, sulla sinistra, nel cuore della salita finale, entro piante e arbusti si cela una villa affascinante e misteriosa, imponente e silenziosa come un monumento solenne. Fu la dimora dell'artista milanese Lodovico Pogliaghi (1857-1950) che vi soggiornò dal 1885 fino alla morte.
Questa villa è una testimonianza dell'eclettismo di fine ottocento, di cui Pogliaghi fu portavoce, ed è circondata da un giardino all'italiana progettato e realizzato dallo stesso Pogliaghi. All'interno la casa-museo conserva reperti archeologici, sculture del Giambologna, due tele del Magnasco, e varie antichità collezionate dall'artista. Naturalmente presenti le opere dello sculture, nonché il grande gesso della porta centrale del Duomo di Milano. Il Museo Pogliaghi è anche una delle rare e ricche collezioni di tappeti antichi che ci sono al mondo.
Questa villa è una testimonianza dell'eclettismo di fine ottocento, di cui Pogliaghi fu portavoce, ed è circondata da un giardino all'italiana progettato e realizzato dallo stesso Pogliaghi. All'interno la casa-museo conserva reperti archeologici, sculture del Giambologna, due tele del Magnasco, e varie antichità collezionate dall'artista. Naturalmente presenti le opere dello sculture, nonché il grande gesso della porta centrale del Duomo di Milano. Il Museo Pogliaghi è anche una delle rare e ricche collezioni di tappeti antichi che ci sono al mondo.
L’uomo
A Varese, in località Sacro Monte, tra l'ultima Cappella e la salita che porta al Santuario di Santa Maria, spicca una villa in stile eclettico: è la casa-museo dello scultore e collezionista Ludovico Pogliaghi, nato a Milano il 5 gennaio 1857. La sua dimora varesina data dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, una decina d'anni prima che a Varese giungesse anche il Pellini che si era trovato uno studiolo in Via Veratti, molto diverso dalla sontuosa casa
dell'altro scultore milanese, al quale certi varesini commissionavano ogni sorta di lavoro, compresi accorgimenti per l'arredamento.
Non c'era buon viso tra loro, soprattutto per come andavano le cose per il Duomo, ma sia a Milano che a Varese, da gentiluomini, non mancavano di accennare col cappello ognuno al passaggio dell'altro quando si incontravano per via. Pogliaghi fu uomo attento e curioso, storico e collezionista, oltreché insigne artista egli stesso. Col suo gusto seppe riunire pregevoli capolavori di ogni tempo e trattenere dalla lezione artistica i particolari che seppero rendere universale e moderna la sua scultura.
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Annaemy